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    Contrappunto eretico su un’eredità

    Marco Benanti, Iene Sicule, 19 VIII 2025

    L’ “EREDITA’ CULTURALE” DEL “MAESTRO” BAUDO

    Quasi stordito dal “fiume” di elogi e di ricordi personali legati al “Maestro” (il provincialismo di una gente e della sua terra si misura anche da questi dettagli), ho provato a ricordare tutte le opere rimaste in loco legate al “Maestro” stesso.

    Ad esempio, conoscete il famoso “Teatro Pippo Baudo” nato a Catania grazie alla volontà del “Maestro” di aprire una traccia e indicare un percorso artistico e culturale ai giovani talenti della sua amata (che fosse amata da lui lo hanno scritto in tanti, ergo è vero) terra?

    Non lo conoscete? Beh, forse perchè non esiste.

    Ma allora, per chi è celebrato come il re dei presentatori, ci sarà sicuramente una scuola o altra iniziativa simile per chi vuole intraprendere questa professione? Chessò la “Scuola Pippo Baudo”? Ci sarà? Per merito del “Maestro”?

    Non la conoscete? Beh, forse perchè non esiste.

    Forse, è troppo (o troppo poco): i grandi di Sicilia, spesso, hanno curato al massimo la loro – la loro – immagine e magari meno le condizioni generali della loro terra (immancabilmente indicata come “amata” secondo la retorica di questi e di altri tempi).

    Eppure sicuramente la “Fondazione Baudo” sita in Catania o in Militello Val di Catania ha in tanti anni promosso iniziative culturali, artistiche, sociali? Non ve lo ricordate? Quando il “Maestro” venne a Catania e a Militello e in mezzo ad un “passaggio” al “Cibali” (oggi “Massimino”) e un salto dall’amico “Zio” Mario Ciancio, aprì “le danze” delle iniziative della Fondazione?

    La memoria, a volte, tradisce. Ma certamente, l’amore per la sua terra è sempre stato vivo: Pippo ha portato la sua immagine (assieme alla sua) per il mondo. E poi ha sostenuto Fiorello, insomma meriti storici che non vanno dimenticati.

    Ma a Militello, girando per le strade, ci avevano parlato del “campo sportivo Pippo Baudo” ? Lo abbiamo cercato, niente. Magari una nostra distrazione.

    Una volta, poi, i grandi uomini, i “Mecenati” della cultura (non delle speculazioni immobiliari direttamente da viale Odorico da Pordenone) lasciavano tracce concrete del loro “passaggio terreno”; iniziative culturali, sociali, artistiche. Forse, ci ricordiamo male?

    Ma, ecco che forse nei quartieri “a rischio” in questi anni il “Maestro” ha creato un campetto da calcio per i “carusi”: perchè sapete quant’è difficile emergere dal Sud? Ok, la retorica è giusta. A proposito, il campetto “Baudo” non esiste.

    Che dire? Che ha avuto il “Maestro” grandi meriti professionali ad intrattenere e a “trattenere” davanti al tubo catodico milioni e milioni di italiani medi? Chi lo mette in discussione? Testimonial di tanto, testimonial con il suo volto. Il suo Ego

    Che ha scoperto grandi personaggi, che ha scoperto Grillo, Fiorello, Giucas Casella, Salvo La Rosa? E chi può mettere in dubbio questi successi? E che è stato un “grande professionista” -come ricordano anche quelli della “destra contro il pensiero omologato”- chi può negarlo? Lo hanno già detto tutti.

    E’ giusto, quindi, ricordarlo sempre, pubblicare le foto di vita quotidiana con lui, magari solo con un microfono in mano. E chi lo mette in dubbio?

    A ciascuno il suo, ognuno con i suoi riferimenti culturali.

    Perchè per fortuna anche fra i Siciliani non tutti sono uguali. Ad esempio, quando Pippo Fava descriveva Catania come una “puttana” (aggiungiamo che si può usare e può usare) come dargli torto? Il “falè delle vanità” è umano limite, ma talora è identità di gregge.

    Ps: avvertire il sindaco di Catania che quando ricorda il “Maestro” che lottò contro gli “stereotipi” sulla Sicilia, quella era, ad esempio, l’età dei cento morti ammazzati a Catania. Insomma, uno stereotipo.

    di iena orfana Marco Benanti.

    §

    Nell’immagine in alto: Francis Bacon, “Study after Velasquez’s portrait of Pope Innocent X”, 1953 – (Nota dello Studio)

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