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    Autovelox record

    Daniele Magliuolo, Investire Oggi, 9 VI 2025

    AUTOVELOX DA RECORD, UNA MULTA SENZA PRECEDENTI IN PIEMONTE

    Ci risiamo, si torna a parlare di multe per limite di velocità segnalato da autovelox. Stavolta però si è esagerato, visto che si è raggiunto un record senza precedenti. Questi dispositivi, utilizzati per rilevare automaticamente l’eccesso di velocità, hanno contribuito a migliorare la sicurezza stradale, ma non sono esenti da polemiche. In particolare, si è molto discusso sulla validità delle multe emesse quando l’autovelox è nascosto o non correttamente segnalato. Una recente sentenza ha riaperto il dibattito: un autovelox non visibile può rendere la sanzione nulla.

    Cosa prevede la normativa sugli autovelox

    Il Codice della Strada stabilisce che i dispositivi per il rilevamento della velocità debbano essere preventivamente segnalati e ben visibili.

    Questo principio ha lo scopo di garantire trasparenza nell’azione di controllo, evitando che le sanzioni diventino un sistema per “fare cassa” anziché uno strumento di prevenzione. In particolare, l’articolo 142 impone che:

    • la presenza dell’autovelox sia indicata con appositi cartelli, posizionati con congruo anticipo;
    • l’installazione sia autorizzata dalla Prefettura, soprattutto nelle strade extraurbane;
    • il dispositivo sia ben visibile e non nascosto da elementi come siepi, muri, curve o veicoli parcheggiati.

    La violazione di uno qualsiasi di questi punti può rendere contestabile la multa.

    Quando l’autovelox è nascosto la multa può essere annullata

    Una recente sentenza di un giudice di pace ha accolto il ricorso di un automobilista multato per eccesso di velocità, rilevato da un dispositivo nascosto dietro un muretto, in un tratto dove mancava una segnaletica adeguata. Il giudice ha stabilito che, in assenza di visibilità del dispositivo e senza un avviso chiaro e preventivo, la multa è da ritenersi illegittima.

    • Autovelox fissi: sono installati in modo permanente e devono essere sempre segnalati con cartelli posti a distanza regolamentare (di norma, almeno 400 metri in autostrada e 250 metri sulle extraurbane).
    • Autovelox mobili: vengono montati su auto della Polizia o su treppiedi temporanei. In questi casi la segnalazione resta obbligatoria, ma spesso si verificano irregolarità nella visibilità e nel posizionamento.

    Nel caso degli autovelox mobili non presidiati, è ancora più importante che la segnaletica sia chiara, ben visibile e conforme alle norme. Gli autovelox sono strumenti importanti per la sicurezza stradale, ma devono essere utilizzati nel rispetto delle regole. Se collocati in modo da non essere visibili o se non correttamente segnalati, le multe possono essere annullate. Conoscere la normativa e i propri diritti è fondamentale per difendersi da sanzioni ingiuste. In caso di dubbio, raccogliere prove e valutare un ricorso può fare la differenza tra una multa pagata e una sanzione cancellata.

    Le regole da conoscere per difendersi

    Chi riceve una multa da autovelox e sospetta che il dispositivo fosse nascosto può verificare alcuni elementi fondamentali:

    • Esistenza della segnaletica: la presenza del cartello “controllo elettronico della velocità” deve essere dimostrabile. Se il tratto di strada non era segnalato, si può richiedere l’annullamento del verbale.
    • Visibilità dell’apparecchiatura: se l’autovelox era collocato in modo da essere invisibile o camuffato, è possibile impugnare la sanzione, presentando foto o video.
    • Autorizzazione prefettizia: in alcune strade è obbligatoria. Se manca, la multa può essere nulla.
    • Presenza dell’agente: nei casi in cui l’autovelox non è presidiato da personale, il verbale deve riportare la dicitura corretta sull’omologazione del dispositivo e sull’assenza di necessità di contestazione immediata.

    Chi vuole fare ricorso ha 30 giorni per rivolgersi al Giudice di Pace o 60 giorni per il Prefetto, a partire dalla data di notifica del verbale. È utile distinguere tra i due principali tipi di autovelox:

    Il caso in provincia di Asti

    Un caso emblematico ha recentemente attirato l’attenzione sull’uso degli autovelox in Italia. Un automobilista piemontese, residente nella provincia di Asti, si è visto recapitare multe per un totale di 28.000 euro, accumulate nel corso di sei mesi nel 2021. Durante quel periodo, l’uomo percorreva quotidianamente la strada provinciale che attraversa la frazione di Bazzana di Mombaruzzo, in provincia di Alessandria, per recarsi al lavoro in un supermercato a Tortona.

    Secondo quanto riportato, l’autovelox responsabile delle sanzioni era posizionato in cima a un lampione, dietro una curva e nascosto da una siepe alta circa tre metri. L’automobilista ha dichiarato di non essersi mai accorto della presenza del dispositivo, ricevendo solo successivamente, tra il 2022 e il 2023, alcune multe di lieve entità per superamenti minimi del limite di velocità fissato a 70 km/h. La situazione è precipitata quando, nel dicembre scorso, ha ricevuto una comunicazione che gli intimava il pagamento di 28.000 euro, allegando centinaia di contravvenzioni.

    Attualmente, l’uomo, che percepisce uno stipendio mensile di circa 1.100 euro, si è affidato a un legale per cercare una soluzione, considerando l’impossibilità di saldare l’intero importo. Questo episodio riaccende il dibattito sull’uso degli autovelox e sulla necessità di garantire la loro visibilità e segnalazione adeguata, come previsto dalla normativa vigente.

    Riassumendo.

    • Un automobilista piemontese ha accumulato 28.000 euro di multe in sei mesi senza accorgersi dell’autovelox.
    • Il dispositivo era nascosto dietro una siepe alta, posizionato sopra un lampione lungo una provinciale.
    • L’uomo, con uno stipendio di 1.100 euro, ha fatto ricorso per contestare la mancata visibilità dell’impianto.

    Questo caso ha rilanciato l’attenzione sull’uso degli autovelox “mimetizzati”, in particolare quelli mobili, montati su veicoli civetta o temporaneamente installati su tratti di strada ad alta intensità di traffico.

    Secondo la giurisprudenza consolidata, la segnalazione preventiva non può essere generica. Serve un cartello leggibile, ben posizionato e facilmente interpretabile dagli automobilisti, altrimenti il verbale può essere contestato con buone probabilità di successo.

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