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Riserva Speciale Biologica “Macchia-Foresta del Fiume Irminio”

La riserva, estesa circa 134 ettari, ricade nei territori comunali di Ragusa e Scicli (RG). E’ caratterizzata da diversi ambienti che formano un ecosistema particolarmente fragile, anche perchè posto tra due centri ad alta vocazione turistica (Marina di Ragusa e Donnalucata). E risulta costituita da una fascia litoranea di vegetazione su 1 Km di dune costiere che rappresenta un rarissimo esempio di vegetazione naturale a “macchia-arborea“; il più imponente in Sicilia.

Il paesaggio è quello di una verdeggiante costa bassa e sabbiosa dove sfocia un fiume oggi a carattere torrentizio ma che in passato doveva avere un aspetto diverso. L’insabbiamento è iniziato a partire dal XII secolo (probabilmente a causa di cambiamenti climatici e di un maggior apporto di sedimenti durante le piene) e da ciò la foce del Fiume Irminio è cambiata.

L’Irminio è il fiume più lungo della provincia, nasce dal Monte Lauro e si getta nel Mediterraneo. E’ difficile immaginare la sua portata nell’antichità ma doveva essere navigabile. E’ noto che il suo corso, già citato da Plinio, segnava il confine tra i territori di Camarina e Siracusa. La foce era un antico porto canale e la sua importanza andò aumentando anche in epoca romana e tale era anche al tempo degli arabi: il geografo Idrisi, infatti, la indica con il nome di Maulli, toponimo che deriverebbe dall’arabo “Mahàll” (luogo di fermata).

Dalla battigia fino alle dune vi sono piante pioniere (Salsola e Calcatreppola marittima). Sulle dune Ravastrello comune, Giglio di mare, Ginepro coccolone, Efedra fragile, Lentisco, Spina santa insulare ed altre piante tipiche della macchia foresta come il Thè siciliano, l’Asparago, la Brionia, I ‘Artemisia, la Tamerice. Nei retroduna si trova il Fiordaliso delle spiagge e l’Ononide  e  lungo il fiume alberi di Salice e Pioppo. Dove la costa si innalza formando piccole falesie, Palma nana e Timo arbustivo e spesso specie esotiche come il Tabacco bianco o la Canna .

Gli uccelli migratori provenienti dalla vicina Africa utilizzano quest’area per rifocillarsi dopo aver attraversato il Mediterraneo. Tra le specie segnalate: il Martin pescatore, l’Airone cinerino, il Cormorano, la Garzetta, la Nitticora, la Marzaiola, il Tarabusino, la Gallinella d’acqua, la Folaga, il Cavaliere d’Italia, l’Occhiocotto, lo Zigolo nero, l’Upupa, il Gruccione, la Ballerina gialla e bianca, la Poiana, il Falco di palude. Tra i rettili il Ramarro. Tra gli anfibi la Rana verde e il Rospo.

La riserva, istituita il 7 giugno 1985, è  affidata in gestione alla Provincia di Ragusa.

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