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    Rapporto “Paying taxes 2020” di Banca Mondiale

    Fe. Us., Il Messaggero, 27 XI 2019

    IL CARICO FISCALE SULLE IMPRESE ITALIANE È IL PIÙ ALTO DEL MONDO – IL 59,1% DEI PROFITTI COMMERCIALI VIENE BRUCIATO IN TASSE

    Record negativo per le imprese italiane: sono le più tartassate in Europa e più in generale nel resto del mondo. È quanto emerge dal rapporto «Paying Taxes 2020» di Banca Mondiale e PwC. Il carico fiscale sulle imprese (il Total Tax & Contribution Rate) è pari al 59,1% dei profitti commerciali (53,1 nella classifica precedente) a fronte di un peso globale del 40,5% ed europeo del 38,9%. Per l’Italia si tratta di un «dato essenzialmente riconducibile al venir meno degli sgravi contributivi introdotti quale misura temporanea non successivamente stabilizzata».

    Il Total Tax and Contribution Rate – viene spiegato nel rapporto – misura il carico fiscale e contributivo per le imprese, non la sola pressione fiscale. Tra gli altri dati nel rapporto si segnala come siano 238 le ore impiegate dalle imprese italiane per adempimenti fiscali (in linea con la media mondiale, ma superiore alla media europea) mentre 14 è il numero di pagamenti annuali.

    L’Italia si distingue comunque per sviluppo digitale con una stretta integrazione tra soluzioni tecnologiche adottate dal contribuente e dall’Amministrazione finanziaria, a seguito dell’introduzione della fatturazione elettronica e del sistema di interscambio (SDI). L’Italia, tenendo conto dei tre indicatori, scende quindi al 128/o posto nella classifica generale.

    Per quanto riguarda il peso complessivo il rapporto spiega che il dato registra un incremento di 6 punti percentuali essenzialmente riconducibile al venir meno degli sgravi contributivi introdotti quale misura temporanea non successivamente stabilizzata, in conseguenza del mutamento della politica economica del paese. La sensibile riduzione dell’aliquota Ires intervenuta nel 2017 e la previsione del «super ammortamento» per l’acquisizione di nuovi beni strumentali non hanno consentito di assorbire l’impatto negativo del venir meno della decontribuzione.

    Tuttavia, l’indice non riflette altri significativi incentivi previsti a favore delle imprese, quali gli incentivi Industria 4.0, a causa delle limitazioni del caso base. Per quanto riguarda le 238 ore impiegate per gli adempimenti fiscali (invariate rispetto al 2017), vanno rapportate a un dato medio globale pari a 234 e di un dato medio europeo pari a 161 ore. Costante il numero dei pagamenti: resta pari a 14 rispetto a un dato globale di 23 pagamenti e un dato europeo di 10,9 pagamenti.

    Il risultato dell’Italia – si precisa – va letto alla luce di alcune peculiarità che influenzano tradizionalmente il calcolo dell’indicatore Ttcr (nel modello il Trattamento di fine rapporto Tfr è incluso nel calcolo in quanto assimilato ad un contributo previdenziale obbligatorio) e di altre che impattano quest’anno sul caso base.

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